Novità dall’Uganda


Cari amici e sostenitori del GICAM,
oggi vi porteremo nella Perla dell’Africa, vi daremo un aggiornamento sulla difficile situazione che stanno affrontando i nostri amici in India nella battaglia contro il fungo nero, vi parleremo di come procede il nostro progetto per Eva. Ma prima di tutto vogliamo dare un caro saluto al nostro amico e sostenitore del GICAM Flavio Radice.

Buon viaggio caro Flavio

Chi, come noi del GICAM, ha avuto la fortuna di incontrarti non potrà mai smettere di ringraziarti per tutto l’impegno e l’amore che hai messo in ogni tuo gesto. Grazie per averci sostenuto sempre, sin dall’inizio del nostro percorso. Ti abbiamo avuto accanto e abbiamo imparato a conoscere la tua dedizione incondizionata, sia come imprenditore illuminato sia come uomo di sport appassionato. Da parte di tutto il GICAM ancora grazie, caro Flavio. Fai buon viaggio.

“La Perla d’Africa”: L’Uganda

Definita da Winston Churchill “La Perla d’Africa”, l’Uganda rappresenta il cuore verde del continente. È il luogo in cui le giungle dell’Africa occidentale incontrano l’Africa orientale, è qui che si trova la catena montuosa più alta dell’Africa, i leggendari Monti della Luna Rwenzor (con il Monte Stanley 5110 m s.l.m.), è qui che scorre il fiume Nilo e qui che si trova il lago Vittoria.

Il territorio dell’Uganda è caratterizzato da foreste equatoriali e da savane, la maggior parte del Paese è situato su un altopiano a circa 1000 m s.l.m. con un clima piuttosto ricco di precipitazioni ma comunque soleggiato con una temperatura media di circa 26 gradi.

La popolazione ugandese

Questi paesaggi mozzafiato fanno da sfondo a una situazione politica ed economica difficile. Dal momento dell’indipendenza nel 1962 l’Uganda ha avuto una storia difficile costellata da guerre con i Paesi confinanti ma anche da guerriglie interne conosciute al resto del mondo per gli arruolamenti forzati dei bambini e l’uccisione di migliaia di civili.

Nel corso degli anni sono stati molti i progressi in campo economico e del rispetto dei diritti umani ma rimangono gravi problemi su diversi fonti: l’economia, l’istruzione, la sanità.

L’Uganda è caratterizzata da un caleidoscopio di culture e tradizioni. La popolazione di circa 35 milioni di abitanti è composta da almeno 40 tribù. Si tratta di etnie diverse con lingue, culture e tradizioni culturali e religiose molto variegate fra loro. Il 50% della popolazione ha un’età inferiore ai 15 anni e l’aspettativa di vita è pari a circa 54 anni. Solo il 55% della popolazione delle aree rurali dell’Uganda ha accesso a fonti d’acqua sicura.

Dal 1997 esiste una scuola primaria gratuita ma questa è garantita per 4 bambini per famiglia e la media è di 8 figli per famiglia. Inoltre nelle aree rurali mancano le scuole.

La popolazione è stata in passato colpita dal virus dell’HIV e poi dall’ebola e oggi anche loro si trovano ad affrontare il coronavirus. Di conseguenza anche quella parte dell’economia che si basava sul turismo ha subito un duro colpo.

I gorilla dell’Uganda

L’Uganda vanta un ricco patrimonio di beni artistici e paesaggistici, alcuni riconosciuti anche dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Fra di essi il più conosciuto è il Parco nazionale impenetrabile di Bwindi, uno dei pochissimi luoghi al mondo dove si possono vedere da vicino i gorilla di montagna.

Nella foto un cucciolo di gorilla di montagna. Foto del Dian Fossey Gorilla Fund.

In tutto il mondo sono rimasti circa 700 esemplari di gorilla e la metà di questi vivono nel Parco del Bwindi che si estende per 331 chilometri quadrati nella foresta pluviale.

Per prendere parte a questa avventura bisogna prenotare il il Gorilla Trekking con vari mesi di anticipo perché i permessi rilasciati dall’Uganda sono di numero ridotto. I gruppi di partecipanti sono infatti composti da massimo 8 persone più la guida. Accompagnati dalla guida locale ci si addentra in questa fitta foresta quasi impenetrabile a ridosso delle montagne alla ricerca e, dopo ore di cammino, a volte anche ripido e difficile, è possibile incontrare la famiglia dei gorilla. Una volta trovata la famiglia è possibile trascorrere con lei un’ora di tempo, cercando di essere il più discreti possibile.

I Gorilla di Montagna con cui si può entrare in contatto in Uganda appartengono a gruppi ben definiti. Hanno subìto negli ultimi anni un delicato e graduale processo di adattamento alla presenza umana e questo permette ai privilegiati visitatori di interagire con loro. Non sono assolutamente aggressivi anche se è necessario seguire attentamente le istruzioni date dalla guida per poterli avvicinare senza alcun pericolo.

A detta di coloro che hanno avuto la fortuna di intraprendere questo viaggio si tratta di un’esperienza unica ed emozionante vedere quanto questi primati siano simili a noi.

Aggiornamenti su Eva

Continua la nostra raccolta fondi per Eva sul portale GoFundMe https://it.gofundme.com/f/nuove-mani-e-una-nuova-vita-per-eva e il nostro impegno nell’offrire a questa dolce bambina nuove mani e una nuova vita. Dopo aver effettuato la prima operazione e la fisioterapia a Roma, Eva è rientrata in Ghana.

Ieri, 30 Settembre, è stata sottoposta in Svizzera alla seconda operazione, ancora più delicata della precedente, che ha riguardato la mano destra. L’intervento è stato eseguito con successo e non ci sono state complicazioni durante l’operazione. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi futuri.

Il nostro impegno in India continua

 

I nostri amici di Jamkhed, dopo aver fronteggiato l’onda del Covid ed essere diventati punto di riferimento in Maharashtra, si trovano ora a dover gestire una nuova terribile emergenza, un numero enorme di infezioni da mucormicosi. Si tratta di una grave infezione causata da diversi organismi fungini.

I pazienti ricoverati sono già più di 80 e il tasso di mortalità, se la malattia non viene curata in tempi rapidissimi, è dell’80%. Si tratta di impiegare costosi farmaci antifungini, prima che il volto venga deturpato in modo irreversibile e in seguito l’individuo muoia per le complicanze.

 
In questo periodo dell’anno eravamo soliti fare una missione a Jamkhed ma ora non possiamo andare di persona ad aiutare e curare queste persone. GICAM ha quindi deciso di donare i soldi che erano previsti per la missione di settembre per aiutare l’ospedale di St. Julia a comprare questi farmaci.
 
Anche se non siamo là, siamo vicini ugualmente e vogliamo allungare una mano verso i nostri amici, verso i nostri pazienti e fare qualcosa per loro.

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